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Cos’è la Vocologia?

Oggi, 16 Aprile, ricorre la Giornata Mondiale della Voce, un evento che fu creato in Brasile nel 1999 e che ha assunto il nome di World Voice Day in USA nel 2002; dal 2008 si celebra anche in Italia.

Lo scopo di questa iniziativa è la sensibilizzazione del grande pubblico alla centralità della voce nella nostra espressività, sia comunicativa nella vita di tutti i giorni sia professionale, a maggior ragione in campo artistico; tramite articoli, seminari, convegni, consulti ad accesso gratuito viene quindi portata l’attenzione alla prevenzione delle patologie vocali, alla conoscenza dei fattori di rischio, delle possibilità di rieducazione della voce e al valore della ricerca. Proprio per iniziare a questi argomenti anche chi non ne ha mai sentito parlare, per onorare la Giornata Mondiale della Voce oggi ho deciso di raccontarvi che cos’è la Vocologia.

A meno che tu sia un insegnante di canto (aggiornato), un foniatra o otorinolaringoiatra che si occupa di voce, oppure un logopedista con particolare interesse verso le problematiche vocali, il termine VOCOLOGIA può risultarti nuovo. Effettivamente la parola è un neologismo, ma è stato coniato più di 30 anni fa! Esattamente, la data di nascita della parola VOCOLOGIA è considerata il 1989, quando lo scienziato americano Ingo Titze ne fece uso per la prima volta in un contesto pubblico. Prendendo spunto dal nome Audiologia, la branca della medicina che si occupa delle funzioni uditive in senso lato, l’idea originaria di Titze e di altri studiosi era quella di dare un nome alla sfaccettata realtà che orbita intorno al mondo della voce, superando definitivamente una visione laringocentrica, cioè basata essenzialmente sulla patologia organica o disfunzionale dell’organo che produce la voce (la laringe, al cui interno si trovano le corde vocali).

Anche se è intuitivo presumere che con vocologia si intenda indiscriminatamente tutto ciò che ha a che fare con la voce, in realtà la questione è molto meno banale di quanto sembri: sono qui a darvi una visione più approfondita del campo semantico di questa parola, proprio perché credo che la visione vocologica di tutti i professionisti che si occupano di voce sia uno dei temi più interessanti e proficui degli ultimi decenni in questo ambito.

LA DEFINIZIONE

Lo stesso Ingo Titze, nei suoi scritti What is vocology? del 1996 e Vocology: the science and practice of voice habilitation del 2012 (libro scritto a quattro mani con la logopedista Katherine Verdolini-Abbott), spiega che il termine Vocologia indica in senso lato lo studio della vocalizzazione, sia umana che animale, che ne investiga caratteristiche, potenzialità e limiti, anche con l’utilizzo di modelli matematici o simulatori elettronici.

Nell’ambito più specifico dell’applicazione professionale, la Vocologia è la scienza e la pratica della ABILITAZIONE vocale. È proprio il concetto di abilitazione a rendere la Vocologia una vera novità, soprattutto in ambito medico-scientifico. La novità sta nel fatto che si dà importanza a tutte le attività che aiutano a costruire nuove abilità vocali, oppure le potenziano se già esistenti, a seconda delle richieste di sopravvenute esigenze del fruitore.

ABILITAZIONE e PREVENZIONE

Ad esempio, pensiamo ad un insegnante di scuola che passa da una supplenza part-time ad un orario pieno. L’utilizzo vocale verrà ovviamente aumentato e non è detto che quell’insegnante abbia le competenze per usare la propria voce in modo efficiente (cioè ottenere il massimo risultato col minimo sforzo). La cosa più frequente che accade in questi casi è un affaticamento della voce, che si protrae sempre più a lungo e diventa sempre più invalidante. Alla lunga, potrebbero anche instaurarsi problematiche organiche (spesso, in questi casi, in insegnanti donne sopravvengono i noduli); a questo punto la persona si farà visitare da un Medico che probabilmente prescriverà un ciclo di RIABILITAZIONE logopedica. Se invece l’insegnante avesse potuto fruire di una formazione abilitativa della voce, probabilmente non si sarebbe arrivati alla patologia. Dunque, l’abilitazione vocale può avere (e potenzialmente ce l’ha sempre) una funzione preventiva.

ABILITAZIONE o RIABILITAZIONE?

Quindi, qual è la differenza sostanziale tra abilitazione e riabilitazione? Approfondiamo quello che abbiamo appena visto: con il temine riabilitazione ci si riferisce a tutte quelle pratiche messe in atto da un Professionista Sanitario (in questo caso, il Logopedista) in presenza di una patologia organica o disfunzionale che abbia causato una perdita importante nella qualità acustica della voce, determinando quindi un handicap comunicativo (professionale, relazionale, sociale). L’obiettivo della riabilitazione è, come dice la stessa parola, riportare l’attività vocale al livello che aveva prima dell’instaurarsi del disturbo. Se il recupero completo della voce non fosse realizzabile, si tenderà all’ottenimento della migliore voce possibile, considerando le caratteristiche di quell’individuo e l’uso vocale che deve fare nel proprio contesto di vita, personale, sociale e professionale.

L’abilitazione, invece, parte da un substrato sano. La persona non ha particolari problematiche di voce, ma desidera attrezzarsi per essere pronta a nuove sfide, nuovi incarichi, o anche solo per curiosità o desiderio personale. L’esempio più chiaro di abilitazione vocale è prendere lezioni di canto o di recitazione. Se non so recitare, ma mi piacerebbe imparare a farlo, chiederò ad un insegnante di aiutarmi ad apprendere tecniche, abilità, trucchi per perseguire il mio desiderio. Oppure, so già cantare ma devo cimentarmi in un repertorio per me nuovo, che richiede anche capacità tecniche specifiche e diverse da quelle che già posseggo. Un insegnante esperto in quel tipo di repertorio attuerà una forma di abilitazione sulla mia voce, cioè mi renderà abile ad eseguire quel nuovo repertorio.

Tutti i tipi di apprendimento sono, di fatto, delle forme di abilitazione. Ne consegue che la Vocologia applicata sfocia nella didattica: si cerca di far luce sulle fondamenta di alcune pratiche, magari anche vecchie di secoli, per selezionare quelle che si dimostrano più efficaci di altre. Per ottenere queste prove, ci si avvale dei metodi di indagine scientifica, cercando di collegare un evento ad un altro in modo causale, con esperimenti, studi, applicazioni di nuovi approcci.

In questo senso, le figure dell’ambito medico (Foniatri, Otorinolaringoiatri, Logopedisti) riconoscono quanto siano importanti le conoscenze che provengono dalla tradizione didattica del canto e della recitazione. Di converso, i didatti delle discipline vocali artistiche possono beneficiare delle scoperte e delle attività che sono state elaborate in ambito medico e riabilitativo, e che possono dare ottimi riscontri anche nell’ambito abilitativo. È il caso di alcuni tipi di SOVTE (acronimo inglese che sta per “esercizi a tratto vocale semi-occluso”), come per esempio il Lax-Vox che consiste nel soffiare e produrre suoni all’interno di un tubo immerso nell’acqua: Questo dispositivo, utilizzato inizialmente in ambito riabilitativo, si è poi dimostrato efficace anche nell’ambito abilitativo, soprattutto nelle pratiche di riscaldamento e defaticamento della voce nel professionista vocale.

In pratica, con la Vocologia si è voluto creare un solido ponte tra le conoscenze e competenze medico-scientifiche e la tradizione della didattica in ambito vocale, oltre ad aprire le porte a collaborazioni e contributi di altre discipline collegate alla voce, come la psicologia, le neuroscienze, la fisioterapia e l’osteopatia.

Mi piace immaginare la Vocologia come il centro di una grande margherita, ricca di polline e nutrimento, a cui sono collegati tanti petali, cioè i Professionisti esperti nelle molteplici discipline che si occupano di voce: Medici, Logopedisti, Insegnanti di Canto, Psicologi, Fisioterapisti, Vocal coach, Neuroscienziati… Ognuno di loro esercita la propria professione entro i rispettivi limiti deontologici, ma con conoscenze comuni e possibilità di proficui scambi che, oltre ad arricchire ogni Professionista coinvolto, sono indubbiamente di enorme beneficio per la persona, l’utente finale, il  cui benessere vocale è lo scopo ultimo della Vocologia.

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